A Castellammare un crocifisso borbonico somigliante alla Sindone
La storia del Crocifisso posto nel nartece della concattedrale di Maria Santissima Assunta e San Catello, a Castellammare di Stabia, affonda le proprie radici nel centro del Regno delle Due Sicilie e nel cuore di Ferdinando I.
Ricollocato il 18 Novembre 2021 con il beneplacito dell'arcivescovo di Sorrento e Castellammare, mons. Francesco Alfano, al termine di un lungo restauro curato dalla dott.ssa Maria Consiglia Stile e finanziato dai contributi volontari raccolti dal dott. Luigi Esposito, il Crocifisso ligneo sembra essere stato dipinto avendo avuto come modello la Sacra Sindone di Torino. Come mostrano le foto realizzate da vicino, la somiglianza tra il dipinto e l'effige misteriosamente impressa nel lino sindonico sono impressionanti!

Questo Crocifisso, come tanti altri suoi coevi, fu commissionato espressamente da Ferdinando I di Borbone delle Due Sicilie in riparazione alle offese perpetrate dall'ideologia giacobina. Si legge infatti in un documento custodito nell'Archivio Storico della Chiesa del Purgatorio, inerente una delibera datata 14 Luglio 1799, che questi Crocifissi furono posti "nei luoghi ove s'erano piantati l'infami Alberi della perfida e sedicente Repubblica [..] sì per rendere ringraziamento al Signore Iddio per la grazia fatta [..] sì per ratificare l'attaccamento dell'amabilissimo Sovrano, per inneggiare infine al Santo Protettore per aver ottenuto da Dio di non morire abbruggiati dal fuoco del cannone e bombe minacciavano li perfidi, infimi Giacobini". Secondo infatti la logica dei rivoluzionari francesi, i Crocifissi e i simboli cristiani dovevano essere sostituiti dagli Alberi della Libertà , alberi o obelischi o semplici aste ubicati nei luoghi nevralgici della vita sociale dei centri urbani: decorati con nastri tricolori e bandiere, sovrastati dal berretto frigio rosso, essi avrebbero dovuto ricordare i motivi della rivoluzione e rinsaldare i principi repubblicani.

Fu proprio per rimediare a tale oltraggiosa profanazione che Ferdinando I, una volta tornato al trono, commissionò una serie di Crocifissi, tra cui quello di Castellammare di Stabia. Il mistero sulla incredibile somiglianza con la Sindone, però, è difficilmente spiegabile.